Il castello di Ozegna viene citato per la prima volta nel 1363 da Pietro Avario nel “De Bello Canepiciano”. In quel periodo Ozegna è soggetta ai conti di Biandrate di San Giorgio che hanno giurisdizione su Ozegna a seguito di infeudazione dei Marchesi di Monferrato dal 1244 al 1366.
La costruzione del castello di Ozegna, uno dei più significativi nell’area sotto l’aspetto architettonico ed urbanistico, si fa risalire alla seconda metà del 1300 quando gli abitanti di Ozegna si rivolgono, per avere protezione, ai Conti Biandrate di San Giorgio. Questi accettano l’atto di devozione a condizione che la gente di Ozegna costruisca una struttura fortificata ad uso dei Biandrate stessi.
Il castello viene costruito a danno del parziale ricetto: la pianta a “L”, con tre torri quadrangolari a nord e una torre tonda nel lato meridionale. L’interno del cortile del castello presenta una bella loggia rinascimentale.
La costruzione che doveva avere pianta quadrangolare non viene terminata sui lati sud e ovest. Questa struttura fortificata incompleta viene espugnata nel 1433 dalle milizie sabaude con a capo Teobaldo D’Avanchy (che viene poi infeudato dai Savoia). Il borgo fu distrutto e le mura vennero abbattute.
Tutte le strutture del ricetto pervenuteci sono dunque attribuibili alla fase di ricostruzione successiva, infatti con gli statuti del 1433 viene concesso un indulto da parte di Amedeo di Savoia permettendo agli uomini di Ozegna di poter ricostruire l’abitato nel luogo della sua origine ripristinando case, aree ed abitazioni.
L’atto viene sottoscritto nel ricetto di Ozegna, nella Casa Nuova del Signore.
Testo tratto dall'opuscolo "Il Ricetto e il castello di Ozegna", a cura della Redazione del periodico " 'L Gavason
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